Aveva già danneggiato diverse auto

Mucca uccisa, i carabinieri: "Allertata Asl e veterinario, era diventata un pericolo"

Il veterinario ha confermato che si sarebbe potuto rendere necessario l'abbattimento.

Mucca uccisa, i carabinieri: "Allertata Asl e veterinario, era diventata un pericolo"
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Mucca uccisa a Meina, i carabinieri: "Allertata Asl e veterinario, era diventata un pericolo. Ha colpito e danneggiato diverse auto".

Mucca uccisa

Nella giornata di ieri, martedì 22 ottobre 2019, sui social "aronesi" non s'è parlato d'altro: la mucca uccisa dai carabinieri di Arona.
Il bovino è stato per tutta la notte avvistato ad Arona, poi si è diretto a Meina e sulla statale è stato poi freddato. Da qui, la polemica contro le forze dell'ordine per la decisione di sparare all'animale. La notizia è stata data su facebook dal sindaco Alberto Gusmeroli che, anch'esso, è stato bersaglio dei social con l'accusa, infondata, di aver dato lui il via libera all'uccisione dell'animale.

Ma a spiegare nei dettagli l'accaduto ci pensa il comando dei carabinieri di Arona mettendo a tacere tutte le varie supposizioni sul mancato coinvolgimento di Asl e veterinari.

Il racconto dei carabinieri

"La pattuglia ha inseguito la bestia per più di tre ore cercando di allontanarla dalla sede stradale e di confinarla in qualche area sicura, senza riuscirci. È stata successivamente allertata anche l’asl.
L’animale ha iniziato a percorrere una strada ad alto scorrimento e – col passare del tempo – è diventato sempre più nervoso: prova ne è che ha colpito danneggiando in modo significativo alcune auto.
Il veterinario dell’allevamento da cui era precedentemente fuggita la mucca ha sostenuto, nella circostanza, di non avere la possibilità di fare molto per fermarla, confermando quindi che si sarebbe potuto rendere necessario abbatterla.

A causa del crescente nervosismo della mucca e visto quanto successo precedentemente alle auto di cui sopra, nell’ulteriore considerazione che iniziava ad esserci un traffico veicolare più sostenuto e quindi un maggior potenziale rischio per l’incolumità pubblica, i militari operanti hanno ritenuto di dover abbattere l’animale: in questo senso, l’emergente stato di necessità ha giustificato l’azione.
Di certo, non abbiamo in dotazione sonniferi".

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