Cronaca

"La nuova proposta di legge della Regione Piemonte contro i campi rom è razzista e illegale"

Secondo le organizzazioni il nuovo disegno di legge sarebbe incostituzionale.

"La nuova proposta di legge della Regione Piemonte contro i campi rom è razzista e illegale"
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"La nuova proposta di legge della Regione Piemonte contro i campi rom è razzista e illegale", la denuncia del centro europeo per i diritti dei Rom  e delle associazioni 21 Luglio e per gli Studi giuridici sull'immigrazione sul disegno di legge presentato a Palazzo Lascaris.

Il disegno di legge contro i campi rom è razzista e illegale: la denuncia

E' con un comunicato stampa diramato da Bruxelles (sia in italiano che in inglese) che due associazioni che si occupano di diritti umani bollano il nuovo disegno di legge presentato dalla Giunta piemontese con il quale si mira all'abolizione dei campia rom formali. Secondo gli autori della critica non vengono infatti forniti "percorsi di inclusione adeguati, né alternative abitative".

Il Comunicato stampa diramato da Bruxelles:

«La Giunta regionale del Piemonte - scrivono nel comunicato congiunto - ha presentato un disegno di legge che introduce delle regole draconiane per i rom che vivono nei “campi” formali della Regione. Associazione 21 Luglio, Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI) e il Centro Europeo per i Diritti dei Rom (ERRC) considerano discriminatorie le misure incluse in questo disegno di legge oltre a rappresentare un’ulteriore violazione dei diritti umani per i rom che vivono nei cosiddetti “campi nomadi” in Italia. Il disegno di legge intitolato Norme in materia di regolamentazione del nomadismo e di contrasto all'abusivismo è stato approvato dalla Giunta l'8 novembre dopo essere stato presentato dalla Lega, formazione politica che controlla quasi la metà dei seggi nel consiglio. Il disegno di legge mira all’abolizione dei “campi rom” formali, senza fornire percorsi di inclusione adeguati, né alternative abitative. Il disegno di legge stabilisce inoltre che i rom potranno rimanere nelle “aree di transito” formali per un periodo massimo e non superiore ai tre mesi. Questa misura impone de facto il nomadismo su una fascia di popolazione rom già di per sé vulnerabile e socialmente fragile e su delle comunità rom che nella maggior parte dei casi non sono definibili come “nomadi”, se non nei soli casi in cui risultano oggetto di sgombero forzato».

Il commento di un'attivista rom:

«Alma Azovic, un'attivista rom che vive a Torino, letto il disegno di legge ha affermato: “Un disegno di legge del genere è abominevole perché va indietro invece di andare avanti. Parliamo sempre di campi e nient'altro!”Ulteriori misure vengono previste inoltre per i rom che vogliono vivere nelle “aree di transito”, e nello specifico l'obbligo di presentare il numero di immatricolazione e l'assicurazione dei veicoli di proprietà al Comune di riferimento, nonché l’applicazione obbligatoria del microchip per gli animali domestici al fine di poter accedere ad un alloggio. Tali requisiti non sono richiesti per la presentazione delle richieste di accesso alle case di edilizia residenziale pubblica e di housing sociale che coinvolgono i “non rom”. E ancora, secondo il disegno di legge i rom potranno essere allontanati da dette aree nel caso in cui abbiano rifiutato una proposta di inserimento lavorativo o di frequenza scolastica dei bambini irregolare. Inoltre, in base al nuovo disegno di legge, le nuove “aree di transito” rom saranno monitorate attraverso degli impianti di sorveglianza».

La dichiarazione del presidente di ERRC:

«Il presidente del Centro Europeo per i Diritti dei Rom Ðorđe Jovanović ha dichiarato che “il disegno di legge dimostra una comprensione assolutamente equivoca delle comunità rom, qualificate come nomadi, che vivono in Italia e tale documento evidenzia che qui non vi è in realtà alcuna intenzione di attuare politiche che mirano effettivamente a favorire l'inclusione dei rom. Se le autorità vogliono effettivamente proteggere i diritti e migliorare la vita dei rom in Piemonte, dovrebbero investire risorse ed energie in soluzioni integrate che forniscano percorsi di inclusione dei rom nell'istruzione, nel settore abitativo, nel lavoro e nei servizi sociali”».

La dichiarazione del presidente dell'associazione 21 Luglio:

«Il presidente di Associazione 21 luglio, Carlo Stasolla ha affermato che “a partire dagli anni '80, si è sedimentata l’errata convinzione che i rom in Italia appartenessero a una cultura nomade; tale concezione ha consentito la creazione dei cosiddetti “campi nomadi”. Una vasta letteratura scientifica, supportata anche dalla Strategia Nazionale, ritiene invece che il fenomeno del nomadismo debba essere relegato ad un lontano passato. Per tale motivo, questo disegno di legge, oltre ad essere discriminatorio e incostituzionale, si basa su una totale mancanza di conoscenza della questione dei rom in Italia e nella regione Piemonte”».

La questione legata alla costituzionalità del disegno di legge

«La proposta di legge regionale appare di dubbia legittimità costituzionale e internazionale, anche sotto un profilo della competenza legislativa regionale. Inoltre la proposta di legge viola l'art. 120, comma 1 della Costituzione italiana. che vieta ad ogni regione di prevedere provvedimenti che ostacolino la circolazione e il soggiorno delle persone e il loro lavoro.Nel 2018, nella Regione Piemonte risultavano insistere sul territorio 19 “campi nomadi” formali nei quali vi abitano 2.175 rom, la maggior parte dei quali sono cittadini italiani. Questo disegno di legge si rivolge alle suddette comunità rom trattandole come dei criminali imponendo loro controlli, sanzioni e sorveglianza, misure quest’ultime contrarie ai loro diritti fondamentali in quanto cittadini italiani e in quanto esseri umani».

Le conclusioni delle organizzazioni internazionali

«ERRC, ASGIe Associazione 21 Luglio ritengono che questo disegno di legge sia di natura discriminatoria e non soddisfi le esigenze e i bisogni dei rom in Piemonte. Se implementato, questo disegno di legge che parla di nomadi, sgomberi e campi come le uniche soluzioni per i rom ivi dimoranti avrà come effetto un’ulteriore segregazione delle comunità rom presenti sul territorio e continuerà e perpetrare il ciclo vizioso di sgomberi forzati, persecuzione e povertà. Le organizzazioni stanno vagliando tutte le opzioni, comprese le vie legali, per contestare questo disegno di legge discriminatorio».

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