Tribunale

Killer di Pombia e presunto mandante a confronto in aula

Lembo e Cauchi si incontreranno di fronte al giudice

Killer di Pombia e presunto mandante a confronto in aula
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Killer di Pombia e il suo presunto mandante si incontreranno presto per la prima volta nelle aule del tribunale di Novara.

Killer di Pombia a confronto con Cauchi

Presunto mandante e killer saranno messi a confronto in aula. Lo hanno disposto, lunedì 16 settembre, i giudici della Corte d’Assise di Novara, nell’udienza - l’ultima per ora di una lunga serie - del processo relativo all’omicidio del 33enne Matteo Mendola, ucciso nei boschi di Pombia, in località San Giorgio, nella notte tra il 4 e il 5 aprile 2017. A chiamare in causa l’imprenditore edile di Gela di 53 anni Giuseppe Cauchi (quale, appunto, mandante) era stato Antonio Lembo, condannato in primo grado a 30 anni di reclusione perché ritenuto l’esecutore materiale. Il faccia a faccia è stato chiesto dalla difesa di Cauchi, gli avvocati Flavio Sinatra e Cosimo Palumbo, che anche attraverso il confronto tenteranno di acquisire elementi favorevoli da utilizzare in fase di discussione.

L'ipotesi dell'omicidio per questioni di denaro

Subito dopo l’arresto da parte dei carabinieri di Novara, Lembo, reo confesso, aveva ammesso di aver ucciso Mendola insieme ad Angelo Mancino - a sua volta condannato a 30 anni - ma aveva anche spiegato agli investigatori di aver agito su ordine di Cauchi. Sia Lembo che Mancino hanno presentato ricorso in Appello. Cauchi e Mendola vivevano stabilmente in provincia di Varese, nella zona di Busto Arsizio. Secondo gli inquirenti, l’imprenditore non avrebbe gradito le richieste di denaro pervenutegli da Mendola, che reclamava retribuzioni arretrate dovute a quanto pare ad alcuni suoi familiari. Dal canto suo l’imputato, già in fase di indagine, ha sempre negato di aver dato ordine di uccidere Mendola e ha spiegato di non aver mai avuto ragioni di astio verso la vittima.

Si torna in tribunale il 21 ottobre

Killer e presunto mandante renderanno, dunque, le loro versioni incrociate davanti ai giudici dell’assise novarese e ai pubblici ministeri della Procura che hanno coordinato l’inchiesta. I familiari della vittima si sono costituite parti civili, con i legali Giancarlo Trabucchi e Anna Maria Brusa. In aula si tornerà il mese prossimo. Il 21 ottobre il pm farà le sue richieste.

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