Botte alla moglie e ai figli, alla sbarra 52enne

«Prese il bastone degli abiti e mi picchiò».

Botte alla moglie e ai figli, alla sbarra 52enne
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Botte alla moglie e ai figli, per un 52enne residente a Romentino chiesti due anni e un mese di reclusione dal pubblico ministero.

Botte alla moglie e ai figli

Due anni e un mese di reclusione, senza la sospensione condizionale. E’ questa la pena richiesta, l’altro giorno in Tribunale a Novara, dal pubblico ministero Cristina Cerullo al termine della sua requisitoria nei confronti di un novarese di 52 anni, residente a Romentino. L’uomo è finito alla sbarra con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e lesioni. Vittime l’ex moglie e i due figli minorenni della coppia.

Alla sbarra 52enne di Romentino

Stando all’accusa, il 52enne avrebbe maltrattato ripetutamente la donna, all’epoca dei fatti (l’ultimo episodio risale al 2014) moglie dell’uomo, e i due figli minorenni, apostrofandoli con offese particolarmente pesanti. Alla donna era anche arrivato a puntare contro una pistola, che poi si è rivelata giocattolo, dicendole: “Ti ammazzo”, il tutto seguito da altre ingiurie, da altri epiteti. Alla presenza dei figli, sempre stando alle contestazioni mosse dall’accusa, avrebbe più volte schiaffeggiato la moglie, trascinandola anche per i capelli.

L'ha afferrata per il collo

In un’occasione, contestata dall’accusa, l’imputato avrebbe afferrato per il collo l’allora moglie, cagionandole lesioni giudicate poi guaribili in cinque giorni. Questo è stato l’ultimo episodio, l’ultima aggressione, perpetrata dall’uomo nei confronti della moglie e alla presenza dei figli minori. Un’occasione nella quale era stato necessario anche l’intervento dei Carabinieri e che si era concluso con la disposizione dell’allontanamento dell’uomo dall’abitazione famigliare.

Matrimonio difficile

Molte le udienze del processo che si sono svolte sinora. L’ex moglie, durante la sua testimonianza, ha riferito come il marito millantasse frequentazioni e collaborazioni in alte sfere della politica e rapporti con i servizi segreti. Ha anche sostenuto come il matrimonio abbia vissuto momenti di criticità sin da subito. «Ci siamo sposati nel 1998, non andava molto bene. Era un matrimonio assolutamente falso, nel senso che c’erano molto spesso episodi di violenza in casa. La prima sberla l’ho presa a dicembre, poco prima di sposarmi. Era stato a seguito di una mia scenata di gelosia. Mi aveva detto che non sarebbe più successo un episodio simile, invece si è ripetuto ancora anche durante la convivenza, poco prima di sposarci. Non ricordo più per cosa mi picchiò, so che prese il bastone, quello per tirare giù gli abiti dall’armadio, e mi picchiò».
Il difensore del 52enne, l’avvocato Marco Milan del Foro di Novara, ha chiesto per il suo assistito, a conclusione della sua arringa, l’assoluzione e, in subordine, il minimo della pena. Il processo è stato così aggiornato all’udienza del 19 settembre, quando si attendono eventuali repliche e la sentenza.
mo.c.

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