L'unico cinghialino sopravvissuto dei cinque orfani di Biella ora è ad Agrate Conturbia

La mamma era stata uccisa e i cuccioli inizialmente affidati a un allevamento di cinghiali destinati all'alimentazione.

L'unico cinghialino sopravvissuto dei cinque orfani di Biella ora è ad Agrate Conturbia
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L'unico cinghialino sopravvissuto ora è al Rifugio Miletta e le volontarie stanno facendo di tutto per salvargli la vita.

L'unico cinghialino sopravvissuto: vicenda che ha fatto scalpore

L’unico cinghialino sopravvissuto, dei cinque orfani che la Provincia di Biella aveva inizialmente affidato ad un allevamento di cinghiali destinati all’alimentazione umana, è finalmente arrivato al Rifugio Miletta. Venerdì 15 marzo, una mamma cinghiale, con i cinque piccoli partoriti da poco, aveva cercato rifugio in un cortile privato nel comune di Bioglio (Biella). Gli abitanti, preoccupati, avevano chiamato le forze dell’ordine che, arrivate sul posto, freddarono la madre. Non è chiaro se prima sia stato tentato di catturarla con una semplicissima gabbia trappola.
Successivamente i 5 cuccioli erano stati affidati ad un allevamento di cinghiali destinati all’alimentazione umana con l’obbligo di macellarli entro l’anno.

Una volta appresa la notizia, l’associazione Rifugio Miletta - CRAS attivo in provincia di Novara e rifugio per animali sfruttati e maltrattati - ha dato disponibilità ad accoglierli. Disponibilità che la Provincia di Biella ha subito preso in considerazione, viste anche le proteste degli animalisti locali, capitanate da Alberto Scicolone di Legami di Cuore, per il destino scelto dall’amministrazione riguardo i cinque cuccioli. Tre cinghiali sono morti nei giorni successivi e, per lo spostamento, si è dovuto attendere fino a martedì 26 marzo quando, il veterinario dell’allevamento, avrebbe dovuto dare un parere sul trasferimento. Il parare è arrivato ed è stato negativo: trasferire i cuccioli in quelle condizioni era rischioso. La morte di un ulteriore cucciolo però, ha accelerato i tempi e venerdì 29 marzo l’unico superstite è arrivato al Rifugio Miletta.

Max lotta per vivere

Tami con il piccolo Max (a destra)

"L’abbiamo chiamato Max - fanno sapere dal Rifugio Miletta - e fin da subito ha stretto un legame fortissimo con Tami, cinghiale sopravvissuta ad un investimento, nata approssimativamente un mese e mezzo prima di lui. Stiamo nutrendo Max con un biberon di latte di capra ogni 3 ore, giorno e notte, e Tami lo sta aiutando a superare il forte stress che ha subito".

Alessandra Motta, responsabile del Rifugio Miletta commenta: "Pur apprezzando il gesto di aver voluto, in extremis, tentare di salvare almeno l’ultimo cucciolo, non possiamo non condannare la brutale uccisione di una madre, rea forse di aver tentato disperatamente di proteggere i propri cuccioli, così come avrebbe fatto qualunque madre. Ancor di più condanniamo la scelta di aver affidato i neonati di pochi giorni di vita ad una struttura privata, che da li a pochi mesi, li avrebbe macellati. Animali selvatici, patrimonio indisponibile dello stato, affidati ad un’azienda privata che avrebbe tratto profitto dalla loro macellazione”.

E ancora: "Non vogliamo entrare nel merito della legittimità di tale atto, lasciando il compito ad altre associazioni che già hanno dichiarato di voler accertare le varie responsabilità. Noi vogliamo concentrarci sul tentare di salvare Max, per ora notevolmente sottopeso, e dargli un futuro al Rifugio Miletta, assieme agli altri animali che vivono qui".

Un progetto per convivere pacificamente coi cinghiali

Rifugio Miletta e LAC - Lega per l’Abolizione della Caccia, hanno lanciato un progetto per informare su come sia possibile convivere pacificamente con i cinghiali, con alcuni accorgimenti già utilizzati in alcune zone in Europa ed in Italia, senza l’intervento dei cacciatori. Ogni lunedì, su https://www.emergenzacinghiali.org/ e sui canali social delle due associazioni, verrà pubblicato un nuovo contenuto che approfondirà uno dei molteplici temi che generano attrito nella coabitazione.

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