Frailbrain, la nuova ricerca sulla “fragilità farmacologica”

La nuova ricerca sull'invecchiamento e sulla “fragilità farmacologica” è stato presentato ieri

Frailbrain, la nuova ricerca sulla “fragilità farmacologica”
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Frailbrain, la nuova ricerca sull'invecchiamento e sulla “fragilità farmacologica” è stato presentato ieri, mercoledì 28 novembre, a Pavia nell’Aula Consiliare della Fondazione Mondino Istituto Neurologico Nazionale IRCCS,

Il progetto

Il progetto di ricerca Frailbrain è mirato a identificare potenziali biomarcatori associati alla condizione di fragilità e chiarire la loro relazione con la condizione di “fragilità farmacologica”. Lo studio è finanziato da AIFA - Agenzia Italiana del Farmaco (nell’ambito dei progetti di ricerca indipendente) e coordinato dalla Fondazione Mondino di Pavia, che guiderà un consorzio al quale partecipano l’Università dell'Insubria di Varese,l’Università del Piemonte Orientale con l’Ospedale Maggiore di Novara, l’Istituto di Riabilitazione e Cura Santa Margherita di Pavia e l’Erasmus University Medical Center di Rotterdam.

“Il progetto Frailbrain testimonia l’impegno dell’Istituto e il valore dei suoi ricercatori – commenta Livio Tronconi, Direttore Generale della Fondazione Mondino – che in questi ultimi anni si sono aggiudicati importanti finanziamenti, soprattutto nel campo delle ricerche sull’invecchiamento, uno dei principali temi di ricerca a livello nazionale e internazionale”.

La fragilità è una condizione sistemica che spesso si associa all’invecchiamento. Si presenta in assenza di specifiche malattie, ma con un impatto negativo considerevole sulla salute e la qualità della vita delle persone anziane, che diventano più vulnerabili nei confronti di diverse patologie. Tra il 7 e il 16,3% degli individui sopra i 65 mostra segni di fragilità e la frequenza di tale condizione può raggiungere il 45% dopo gli 85 anni.

“È una condizione particolarmente importante per i neurologi – aggiunge Fabio Blandini, Direttore Scientifico della Fondazione Mondino - perché potrebbe favorire processi neurodegenerativi tipici dell’età avanzata, come ad esempio la malattia di Parkinson. Obiettivo principale della ricerca sarà identificare potenziali marcatori genomici, biologici ed immunologici associati alla condizione di fragilità dell’anziano e chiarire eventuali relazioni con la condizione di fragilità farmacologica che deriva dalle prescrizioni inadeguate di farmaci nei soggetti anziani”.

Lo studio, della durata di 36 mesi, prevede il reclutamento di diversi gruppi di individui: sani giovani (età compresa fra i 30 e i 55 anni), sani anziani (età superiore ai 65 anni) senza diagnosi di fragilità, anziani con diagnosi di fragilità e pazienti con malattia di Parkinson (età superiore ai 65 anni). I soggetti anziani fragili e non fragili verranno arruolati presso la Fondazione Mondino e l’Istituto di Riabilitazione e di Cura S. Margherita di Pavia; il professor Cristoforo Comi, docente di Neurologia della Scuola di Medicina dell'UPO, seguirà i soggetti con malattia di Parkinson, che verranno arruolati tra i pazienti afferenti all’Ambulatorio sui Disordini del Movimento dell’Ospedale Maggiore di Novara.

Tutti saranno sottoposti a prelievo di sangue e biopsia cutanea: i campioni di sangue saranno inviati al Centro di Ricerca in Farmacologia Medica dell’Università dell’Insubria e al Dept. of Molecular Genetics dell’Erasmus University, mentre le colture cellulari ottenute dalle biopsie cutanee saranno analizzate presso la Fondazione Mondino.

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